martedì 15 dicembre 2009

NICK BRANDT A BERLINO

Alla galleria Camera Work fino al 16 gennaio 2010, in mostra il nuovo progetto "A Shadow Falls".

Elefante che beve, Amboselis, 2007

Ritratto di due zebre che girano la testa, Ngorongoro crater, 2005

Babbuini di profilo, Nakuru, 2007

Babbuini di profilo, Nakuru, 2007

Giraffe nella luce della sera, Maasai Mara, 2006

PROVOCAZIONI POP

Andrea Francolino usa slogan, marchi e giochi di parole e racconta molte cose attraverso l'ironia alle volte tagliente, a tratti quasi caustica, sicuramente irriverente delle sue opere. Dal 17 dicembre partecipa alla mostra collettiva Social Circus
(galleria Famiglia Margini, Via S. D'Orsenigo 6, Milano)


TIM BURTON A NEW YORK

Uno dei più grandi registi viventi esce finalmente allo scoperto con il suo intero corpus di lavoro. Disegni, dipinti, fotografie, storyboard, pupazzi, modellini, costumi: al MoMA di New York 700 pezzi raramente o mai esposti creati da Tim Burton, insieme ai 14 film che esplorano i suoi 27 anni di carriera e che saranno proiettati nel corso dei 5 mesi dell'esposizione.

Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas Sally. 1993

Untitled (Creature Series). 1992
Untitled (Cartoons Series). 1980–1986

Untitled (Blue Girl with Skull). 1992–1999

Il regista sul set di Sweeney Todd con Johnny Depp
Untitled (Trick or Treat). 1980

CINA - RINASCITA CONTEMPORANEA - MILANO


L'arte cinese? Scordatevi vasi Ming e stampe antiche. È tutta contemporanea la mostra a Palazzo Reale a Milano che cattura l'attenzione fra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e video.
La Cina si racconta dal 1993 ad oggi attraverso gli occhi di 50 artisti e con più di 180 opere svela i mutamenti della comunicazione artistica della Repubblica Popolare Cinese degli ultimi quindici anni.
Dagli esordi della pittura con Zhang Xiaogang, considerato il maestro della pittura contemporanea, alle ricerche concettuali di Jiang Zhi, che critica la società consumistica, dalla generazione di fotografi come Cui Xiuwe, che pone la donna al centro della sua opera, alla Cartoon Generation con Chan Ke e i suoi soggetti malinconici, l'esposizione mette l'accento sulla Cina di oggi, rappresentata da un'arte che muta veloce con lei.
Cosa: CINA. Rinascita contemporanea
Dove: Milano, Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12Ingresso: 9 euro intero, 7,50 euro ridotto
Quando: fino al 7 febbraio 2010, lunedì 14.30-19.30 da martedì a domenica 9.30-19.30 giovedì 9.30-22.30

Pretty Pretty le sedie con i capelli di Dejana Kabiljo

Pretty Pretty è la collezione di sedute e sgabelli ironica ed atipica creata dalla eclettica designer Dejana Kabiljo.
E infatti un grande successo sta investendo la Kabiljo, contesa in tutto il mondo per esposizioni, installazioni e mostre e addirittura le ironiche sedute “capellone” della serie Pretty Pretty sono state scelte da Philippe Starck per adornare le stanze del prestigioso SLS hotel di Beverly Hills.

lunedì 14 dicembre 2009

Built To Wear: l'installazione di Ball Nogues con American Apparel

Campi di panni stesi infiniti. Questo potrebbe essere il sottotitolo dell’installazione del Ball Nogues Studio, realizzata in occasione della Shenzhen Biennale di Hong Kong.
Trenta volontari della mostra insieme agli organizzatori, hanno appeso ben 10000 capi di abbigliamento di American Apparel, creando una lunghissima successione di colori e forme. T-shirt e biancheria intima che verranno poi smantellati e regalati ai visitatori, sottolineando l’immaterialità dell’operazione e l’idea di una ridistribuzione senza sprechi degli elementi utilizzati.

Il colpo d’occhio è impressionante, così come l’evidente pazienza richiesta da un simile allestimento. Il consumismo e alcune delle sue icone, contemporaneamente sovrastano l’osservatore e vengono ‘distrutti’ proprio nel momento dell’esperienza artistica che li mette in mostra. Di seguito, una gallery dell’installazione

Gli slogan femministi e la lirica. LA VITA (SEGRETA) DI PRADA

Gian Luigi Paracchini racconta l’impero della moda. La stilista: «Leggerlo mi ha divertita»

Dalle contestazioni all’incontro con Bertelli, dalle sfilate alla Coppa America: i retroscena in un libro


L’aria preferita è dalla Tosca, «E luce­van le stelle», sulle cui note talvolta la si­gnora si avventura senza base né piani­sta, piccoli generosi fuori programma, ormai noti come Miuccia shows, che re­gala a pochi amici nelle serate più decon­tratte in cui decide di lasciarsi andare. Timbro buono, voce forse ancora un po’ da educare, ma di sicuro passione since­ra e segreta, quella per la musica, della ex ragazza di buona famiglia milanese (il marchio Prada è del 1913) che alle mani­festazioni studentesche si ostinava ad an­dare vestita Saint Laurent, dopo essersi fermata sulle scale di casa per accorciare con ago e filo l’orlo alla gonna e senza che il tutto le impedisse di dare una ma­no a lavare piatti e pentole dei frugali pa­sti con i compagni. Così, nel ricordo di Chicco Testa, oggi manager di banca d’af­fari, allora suo segretario di sezione in via Orti a Milano.
Tutto questo prima di incontrare un al­tro ragazzo temperamentoso della bor­ghesia aretina, Patrizio Bertelli, famiglia di avvocati e una precoce vocazione im­prenditoriale unita a un leggendariamen­te acceso carattere; molto portato al con­fronto titanico — nel 2000 quando acqui­sì Fendi voleva liberarsi dello stilista Karl Lagerfeld per sostituirlo con Nicolas Ghesquière — nonché alla sfuriata fulmi­nea: confermata da lui stesso quella del 1997, alla vigilia dell’inaugurazione del negozio Miu Miu a New York: infastidito perché gli specchi facevano «veramente schifo, ti ingrassano il doppio di quello che sei», Bertelli prese un martello e li de­molì uno dopo l’altro.
Facile che tipini così facessero scintil­le al primo incontro e che poi una volta messisi insieme dessero vita a una cop­pia parecchio solidale della moda italia­na che con lunga cavalcata nel business e nel lusso concettuale è arrivata a un so­lido marchio di successo internazionale, con 7200 dipendenti «diretti» nel mon­do e 15 mila «indiretti» in Italia (lei presi­dente, lui amministratore delegato). Una coppia basata su un intreccio di creativi­tà e affari che incrocia non solo la storia del made in Italy, ma che ormai «sfugge a una pura definizione modaiola, perché il marchio grazie a una potente immagi­ne costruita anche su altre galassie, ha dato il la a un autentico fenomeno di co­stume », come scrive Gian Luigi Paracchi­ni, giornalista del Corriere della Sera e scrittore («People», racconti di paesi affa­scinanti), che ha dedicato all’avventura del duo una storia di oltre duecento pagi­ne, «Vita Prada», Baldini Castoldi Dalai editore in uscita domani, in cui si raccon­tano tutti gli episodi, inediti, di cui so­pra, per stupire persino chi di Prada-Ber­telli credeva di sapere già molto. C’è riu­scito, Paracchini, dopo una consuetudi­ne cominciata nel 1997, osservando e an­notando scene e retroscena del sodali­zio.
Con il focoso Bertelli, negli anni, c’è stata anche una furiosa litigata; lei, timi­da ma spiritosa, quando ha letto il libro ha commentato «penso di essere meno stronza di come mi ha descritto, ma in fondo mi sono di­vertita ». E chissà se al­la signora era dispia­ciuto di più l’accenno che Paracchini fa alla sua idea di sessualità in controtendenza ba­sata «sulla tipologia rac­chiesca »; o al racconto dell’aria quasi mistica che aleggia nell’attesa del mitico saluto do­po- sfilata che fuggevol­mente dura 4 secondi.
Una coppia con il jolly, li definisce Paracchini, sfiorata da qualche pette­golezzo, «un gruppo stra­ordinariamente forte e red­ditizio ma anche straordi­nariamente indebitato se­condo le contraddizioni del rutilante mondo della mo­da ». Due borghesi ambizio­si ma anche parecchio di­spettosi e ben decisi a stare a modo loro dentro il sistema. Consapevole, Miuccia, che «son solo vestitini», ma quasi a disagio per l’obbligo di co­niugare questo mestiere frivo­lo con il suo passato di femmi­nista e contestatrice: alla fine però, rac­conta lei stessa a Paracchini, quasi con sollievo liberata da questo senso di col­pa e arresa all’idea che la moda è molto più seria di quanto si possa pensare. Ed ecco che dal bisogno quasi catartico di fare stile andando sempre oltre, la cop­pia ha prodotto il rapporto separato ma molto ben coltivato con l’arte, nella Fon­dazione diretta dal critico Germano Ce­lant. E dalla voglia di riconciliarsi con le giovanili curiosità di entrambi verso l’in­novazione ne è scaturita la serie contem­poranea di negozi nel mondo basati su un’idea del lusso che porta Prada-Bertel­li a coltivare l’estremo paradosso: «Il lus­so è sprecare spazio, il lusso è non fare shopping» .

I disegni tratteggiati con la macchina da cucire di Rosy James.

Rosie James è un’artista inglese che ha scelto come strumento d’espressione una macchina da cucire. Oggetto di questa particolare forma di textile design sono scene di vita quotidiana, pendolari alla fermata del metrò, gli oggetti nel suo studio, persone che camminano, che vengono poi ricamate su teli d’organza.
L’effetto è quello di un disegno abbozzato, di uno sketch tratteggiato per cogliere un istante. Alcune piccole riproduzioni sono in vendita su Etsy, ma sono i pannelli più grandi, che riproducono in dimensioni reali interi ambienti, ad essere particolarmente suggestivi.

H2O, il nuovo progetto di 5.5 designers

I francesi 5.5 Designers, spaziando nel mondo degli accessori di design e dei complementi d’arredo con il loro spirito vivace e ironico, sembrano capitare spesso dalle parti del food design ultimamente, realizzando, quando non direttamente dei dolci come la torta al cioccolato, almeno accessori legati alla sfera del gusto.
In questi giorni infatti viene presentata una collezione realizzata per la storica etichetta di cognac Hennessy che sarà in vendita dal prossimo aprile. L’elemento più interessante è sicuramente Eternal ice drop, una goccia di vetro che contiene acqua da far gelare in freezer.



La goccia, immersa nel bicchiere di cognac, lo fredda, ma più delicatamente del vero ghiaccio, senza raggiungere quelle temperature che impediscono al palato di cogliere l’intero bouquet di aromi, ma soprattutto non annacqua il prezioso liquore.
H2O, il nuovo progetto di 5.5 designers

The Shell, la libreria cocoon di Maarten Baas

Si ispira ad un bozzolo la libreria commissionata da Design Miami a Maarten Baas, appena eletto designer dell’anno dagli organizzatori della fiera americana.
The Shell si distingue all’esterno per una superficie sfaccettata a specchio, mentre l’interno, in legno, è suddiviso in due scaffali. Un oggetto scultura, adatto senz’altro ad appartamenti di grande metratura. Dopo il salto, un’immagine del designer con la sua nuova opera.

http://www.designerblog.it/post/7853/the-shell-la-libreria-cocoon-di-maarten-baas

Graphic Roots of Revolution in mostra a Roma


Grafica e politica sono due mondi che vanno di pari passo. Soluzioni di forte impatto sono state portate dal graphic design per le strade, spesso ad accompagnare messaggi di protesta. È lì dove nasce la street art, dove confluiscono espressione e alienazione urbana, che nascono quelle grandi innovazioni che ad un secondo step verranno riprese dalla pubblicità e dalla comunicazione istituzionale.
Per celebrare la storia recente della political graphics, The House of Love & Dissent inaugura in questi giorni a Roma Graphic Roots of Revolution, una mostra che raccoglie le opere di street artisti e ativisti di tutto il mondo, tra cui firme celebri come Shepard Fairey, John Carr, Favianna Rodriguez, Winston Smith e Emory Douglas. L’appuntamento è fino al 20 gennaio in Via Leonina 85, Rione Monti.

MAKURA, IL RADIATORE-CUSCINO DI TAKAHIDE SANO

Che i radiatori si fossero elevati al rango di oggetti di decor per la casa, ci viene in mente ogni stagione, quando la colonnina di mercurio scende e le proposte dei designer in materia riempiono riviste e siti specializzati in arredamento. Ma tra chi punta all’ironico e chi a forme scultoree, c’è anche chi ha pensato di strizzare l’occhio a quelli che amano scaldarsi attaccati al termosifone. E’ Takahide Sano, celebre designer giapponese, che ha concepito il radiatore - in un progetto non recentissimo, a dire il vero- come una raffinata cornice di alluminio cromato al centro della quale c’è un cuscino (Makura, in giapponese) imbottito con noccioli di ciliegio, capaci di caricarsi di calore e poi rilasciarlo lentamente.
L’intento è curioso, ma ben equilibrato da una forma estremamente elegante. E dai colori, brillanti, di arancio, rosso e blu.

venerdì 11 dicembre 2009

DIAMO UN TAGLIO ALLA TENTAZIONE

Colombiano si castra per non tradire

Un contadino 40enne di San Pablo, nel Nord della Colombia, ha problemi sessuali con sua moglie. Ne è molto innamorato ed è anche molto credente. Così, ispirato anche dalle Sacre Scritture, decide di rinunciare a qualcosa di estremamente prezioso pur di restare fedele alla sua consorte.
Luis Alfonso Sanchez è un uomo di profonda fede e mai farebbe un torto alla sua compagna di sempre. Eppure la vita sessuale della coppia non era proprio idilliaca e, nonostante si sia spesso rifugiato nelle parole del Signore, non è riuscito ad emanciparsi del tutto dalla libido che, col passare del tempo, sempre più spesso si imposessava di lui. Così ha preso una decisione netta e radicale: si è castrato. Lo ha fatto in linea con la cultura contadina, per asportarsi i testicoli ha usato una lametta da barba e per la sutura è ricorso allo stesso ago e allo stesso filo che usa per cucire le ferite delle sue mucche e dei suoi maiali. Dopo il coraggioso gesto è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Universitario di Santader dove i medici hanno dovuto curare la grave infezione che gli si è formata nella zona genitale. Nel raccontare alla stampa questo episodio il signor Sanchez ha specificato di averlo fatto per non cedere alle tentazioni del corpo e di avere trovato la forza necessaria nel Vangelo di Matteo "anzi, se la tua mano o il tuo piede ti fa peccare taglialo e buttalo via. Meglio entrare in cielo mutilati o zoppi, piuttosto che finire all'inferno con due mani e due piedi". Questo passaggio lo ha convinto più di quello in cui Matteo cita l’episodio di Gesù che parla della possibilità di perdonare "settanta volte sette".

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468301.shtml?refresh_cens&fontsize=medium

FA NASCERE FIGLIA CON WIKIPEDIA

Segue istruzioni con il suo Blackberry

Instruzioni per l'uso: come far nascere un bambino. E' l'esperienza del britannico Leroy Smith che non sapeva come aiutare la moglie Emma che stava per partorire. Ha così deciso di ricorrere alla tecnologia: ha preso il suo Blackberry, ha aperto la pagina di Google e ha digitato "come far nascere un bambino". Seguendo le istruzioni di Wikipedia dal piccolo schermo del palmare, ha fatto venire al mondo la sua quarta figlia, in perfetta salute.
Cinque minuti dopo il parto, racconta il Sun, è arrivata l'ostetrica che non aveva fatto in tempo a raggiungere casa Smith, nell'est di Londra, dopo che le doglie di Emma erano iniziate con netto anticipo sulle previsioni. Ha semplicemente tagliato il cordone ombelicale. ''Quando sono arrivate le contrazioni forti non sapevo cosa fare'', racconta oggi Smith. ''Cosi' ho cercato le istruzioni su internet usando il mio Blackberry.
Non avrei mai pensato di doverlo fare. Le istruzioni dicevano, quando vedi la testa, sostienila. E quando il bambino usciva, avrei dovuto metterlo in braccio a Emma e coprire entrambi con una coperta...alla fine, il tutto è durato 40 minuti. E' stato incredibile''. Prima che nascesse Mahalia, il primo dicembre, la moglie punzecchiava Leroy perché stava sempre a giocare con il Blackberry. ''Ora ha cambiato musica'', spiega.

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468272.shtml

mercoledì 9 dicembre 2009

LA MIA VERGOGNA DI ESSERE VENETO... A VOLTE NON HA CONFINI NE LIMITI

Clochard accusa i vigili: ''Mi hanno preso a calci''

Verona, gli agenti della municipale svegliano un senzatetto che dorme sotto il portico del Cortile del Tribunale. Secondo due ragazzi, che riprendono la scena con il videofonino, i loro metodi sono troppo bruschi

















I NUOVI UFFICI DI FACEBOOK

Progettati dallo studio O+A, i nuovi uffici di Facebook sono l’ennesimo esempio di come gli spazi di lavoro dei grandi nomi tra i social network abbiano sempre più l’aspetto di una enorme zona ricreativa piuttosto che di un triste open-space in cui le schiere di monitor emergono dai cubicoli.

In questo caso, poi, gli impiegati hanno collaborato con i designers durante l’intero processo di ideazione per realizzare il risultato più vicino alle loro esigenze. Una struttura centrale (che ospitava precedentemente la Agilent Technologies) è quindi stata affiancata da altri edifici più piccoli, ognuno per un area di lavoro, caratterizzato da un diverso stile

Anche in questa nuova sede, i dirigenti di Facebook hanno deciso di continuare a mettere a disposizione piccoli pasti, snack e bevande completamente gratis, nelle varie micro-cucine dislocate un po’ ovunque nell’edificio. Non solo. Per non limitare la creatività e la voglia di personalizzare lo spazio, i dipendenti sono assolutamente incoraggiati a scrivere sui muri, aggiungere dettagli all’arredamento e spostare i mobili come preferiscono. Di seguito, una gallery dei nuovi uffici.