
martedì 15 dicembre 2009
NICK BRANDT A BERLINO
Alla galleria Camera Work fino al 16 gennaio 2010, in mostra il nuovo progetto "A Shadow Falls".
Elefante che beve, Amboselis, 2007

PROVOCAZIONI POP
Andrea Francolino usa slogan, marchi e giochi di parole e racconta molte cose attraverso l'ironia alle volte tagliente, a tratti quasi caustica, sicuramente irriverente delle sue opere. Dal 17 dicembre partecipa alla mostra collettiva Social Circus
(galleria Famiglia Margini, Via S. D'Orsenigo 6, Milano)

(galleria Famiglia Margini, Via S. D'Orsenigo 6, Milano)

TIM BURTON A NEW YORK
Uno dei più grandi registi viventi esce finalmente allo scoperto con il suo intero corpus di lavoro. Disegni, dipinti, fotografie, storyboard, pupazzi, modellini, costumi: al MoMA di New York 700 pezzi raramente o mai esposti creati da Tim Burton, insieme ai 14 film che esplorano i suoi 27 anni di carriera e che saranno proiettati nel corso dei 5 mesi dell'esposizione.
Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas Sally. 1993

CINA - RINASCITA CONTEMPORANEA - MILANO

L'arte cinese? Scordatevi vasi Ming e stampe antiche. È tutta contemporanea la mostra a Palazzo Reale a Milano che cattura l'attenzione fra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e video.
La Cina si racconta dal 1993 ad oggi attraverso gli occhi di 50 artisti e con più di 180 opere svela i mutamenti della comunicazione artistica della Repubblica Popolare Cinese degli ultimi quindici anni.
Dagli esordi della pittura con Zhang Xiaogang, considerato il maestro della pittura contemporanea, alle ricerche concettuali di Jiang Zhi, che critica la società consumistica, dalla generazione di fotografi come Cui Xiuwe, che pone la donna al centro della sua opera, alla Cartoon Generation con Chan Ke e i suoi soggetti malinconici, l'esposizione mette l'accento sulla Cina di oggi, rappresentata da un'arte che muta veloce con lei.
La Cina si racconta dal 1993 ad oggi attraverso gli occhi di 50 artisti e con più di 180 opere svela i mutamenti della comunicazione artistica della Repubblica Popolare Cinese degli ultimi quindici anni.
Dagli esordi della pittura con Zhang Xiaogang, considerato il maestro della pittura contemporanea, alle ricerche concettuali di Jiang Zhi, che critica la società consumistica, dalla generazione di fotografi come Cui Xiuwe, che pone la donna al centro della sua opera, alla Cartoon Generation con Chan Ke e i suoi soggetti malinconici, l'esposizione mette l'accento sulla Cina di oggi, rappresentata da un'arte che muta veloce con lei.
Cosa: CINA. Rinascita contemporanea
Dove: Milano, Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12Ingresso: 9 euro intero, 7,50 euro ridotto
Dove: Milano, Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12Ingresso: 9 euro intero, 7,50 euro ridotto
Quando: fino al 7 febbraio 2010, lunedì 14.30-19.30 da martedì a domenica 9.30-19.30 giovedì 9.30-22.30
Pretty Pretty le sedie con i capelli di Dejana Kabiljo

lunedì 14 dicembre 2009
Built To Wear: l'installazione di Ball Nogues con American Apparel



Gli slogan femministi e la lirica. LA VITA (SEGRETA) DI PRADA
Gian Luigi Paracchini racconta l’impero della moda. La stilista: «Leggerlo mi ha divertita»
Dalle contestazioni all’incontro con Bertelli, dalle sfilate alla Coppa America: i retroscena in un libro

Dalle contestazioni all’incontro con Bertelli, dalle sfilate alla Coppa America: i retroscena in un libro

L’aria preferita è dalla Tosca, «E lucevan le stelle», sulle cui note talvolta la signora si avventura senza base né pianista, piccoli generosi fuori programma, ormai noti come Miuccia shows, che regala a pochi amici nelle serate più decontratte in cui decide di lasciarsi andare. Timbro buono, voce forse ancora un po’ da educare, ma di sicuro passione sincera e segreta, quella per la musica, della ex ragazza di buona famiglia milanese (il marchio Prada è del 1913) che alle manifestazioni studentesche si ostinava ad andare vestita Saint Laurent, dopo essersi fermata sulle scale di casa per accorciare con ago e filo l’orlo alla gonna e senza che il tutto le impedisse di dare una mano a lavare piatti e pentole dei frugali pasti con i compagni. Così, nel ricordo di Chicco Testa, oggi manager di banca d’affari, allora suo segretario di sezione in via Orti a Milano.
Tutto questo prima di incontrare un altro ragazzo temperamentoso della borghesia aretina, Patrizio Bertelli, famiglia di avvocati e una precoce vocazione imprenditoriale unita a un leggendariamente acceso carattere; molto portato al confronto titanico — nel 2000 quando acquisì Fendi voleva liberarsi dello stilista Karl Lagerfeld per sostituirlo con Nicolas Ghesquière — nonché alla sfuriata fulminea: confermata da lui stesso quella del 1997, alla vigilia dell’inaugurazione del negozio Miu Miu a New York: infastidito perché gli specchi facevano «veramente schifo, ti ingrassano il doppio di quello che sei», Bertelli prese un martello e li demolì uno dopo l’altro.
Facile che tipini così facessero scintille al primo incontro e che poi una volta messisi insieme dessero vita a una coppia parecchio solidale della moda italiana che con lunga cavalcata nel business e nel lusso concettuale è arrivata a un solido marchio di successo internazionale, con 7200 dipendenti «diretti» nel mondo e 15 mila «indiretti» in Italia (lei presidente, lui amministratore delegato). Una coppia basata su un intreccio di creatività e affari che incrocia non solo la storia del made in Italy, ma che ormai «sfugge a una pura definizione modaiola, perché il marchio grazie a una potente immagine costruita anche su altre galassie, ha dato il la a un autentico fenomeno di costume », come scrive Gian Luigi Paracchini, giornalista del Corriere della Sera e scrittore («People», racconti di paesi affascinanti), che ha dedicato all’avventura del duo una storia di oltre duecento pagine, «Vita Prada», Baldini Castoldi Dalai editore in uscita domani, in cui si raccontano tutti gli episodi, inediti, di cui sopra, per stupire persino chi di Prada-Bertelli credeva di sapere già molto. C’è riuscito, Paracchini, dopo una consuetudine cominciata nel 1997, osservando e annotando scene e retroscena del sodalizio.
Con il focoso Bertelli, negli anni, c’è stata anche una furiosa litigata; lei, timida ma spiritosa, quando ha letto il libro ha commentato «penso di essere meno stronza di come mi ha descritto, ma in fondo mi sono divertita ». E chissà se alla signora era dispiaciuto di più l’accenno che Paracchini fa alla sua idea di sessualità in controtendenza basata «sulla tipologia racchiesca »; o al racconto dell’aria quasi mistica che aleggia nell’attesa del mitico saluto dopo- sfilata che fuggevolmente dura 4 secondi.
Una coppia con il jolly, li definisce Paracchini, sfiorata da qualche pettegolezzo, «un gruppo straordinariamente forte e redditizio ma anche straordinariamente indebitato secondo le contraddizioni del rutilante mondo della moda ». Due borghesi ambiziosi ma anche parecchio dispettosi e ben decisi a stare a modo loro dentro il sistema. Consapevole, Miuccia, che «son solo vestitini», ma quasi a disagio per l’obbligo di coniugare questo mestiere frivolo con il suo passato di femminista e contestatrice: alla fine però, racconta lei stessa a Paracchini, quasi con sollievo liberata da questo senso di colpa e arresa all’idea che la moda è molto più seria di quanto si possa pensare. Ed ecco che dal bisogno quasi catartico di fare stile andando sempre oltre, la coppia ha prodotto il rapporto separato ma molto ben coltivato con l’arte, nella Fondazione diretta dal critico Germano Celant. E dalla voglia di riconciliarsi con le giovanili curiosità di entrambi verso l’innovazione ne è scaturita la serie contemporanea di negozi nel mondo basati su un’idea del lusso che porta Prada-Bertelli a coltivare l’estremo paradosso: «Il lusso è sprecare spazio, il lusso è non fare shopping» .
Tutto questo prima di incontrare un altro ragazzo temperamentoso della borghesia aretina, Patrizio Bertelli, famiglia di avvocati e una precoce vocazione imprenditoriale unita a un leggendariamente acceso carattere; molto portato al confronto titanico — nel 2000 quando acquisì Fendi voleva liberarsi dello stilista Karl Lagerfeld per sostituirlo con Nicolas Ghesquière — nonché alla sfuriata fulminea: confermata da lui stesso quella del 1997, alla vigilia dell’inaugurazione del negozio Miu Miu a New York: infastidito perché gli specchi facevano «veramente schifo, ti ingrassano il doppio di quello che sei», Bertelli prese un martello e li demolì uno dopo l’altro.
Facile che tipini così facessero scintille al primo incontro e che poi una volta messisi insieme dessero vita a una coppia parecchio solidale della moda italiana che con lunga cavalcata nel business e nel lusso concettuale è arrivata a un solido marchio di successo internazionale, con 7200 dipendenti «diretti» nel mondo e 15 mila «indiretti» in Italia (lei presidente, lui amministratore delegato). Una coppia basata su un intreccio di creatività e affari che incrocia non solo la storia del made in Italy, ma che ormai «sfugge a una pura definizione modaiola, perché il marchio grazie a una potente immagine costruita anche su altre galassie, ha dato il la a un autentico fenomeno di costume », come scrive Gian Luigi Paracchini, giornalista del Corriere della Sera e scrittore («People», racconti di paesi affascinanti), che ha dedicato all’avventura del duo una storia di oltre duecento pagine, «Vita Prada», Baldini Castoldi Dalai editore in uscita domani, in cui si raccontano tutti gli episodi, inediti, di cui sopra, per stupire persino chi di Prada-Bertelli credeva di sapere già molto. C’è riuscito, Paracchini, dopo una consuetudine cominciata nel 1997, osservando e annotando scene e retroscena del sodalizio.
Con il focoso Bertelli, negli anni, c’è stata anche una furiosa litigata; lei, timida ma spiritosa, quando ha letto il libro ha commentato «penso di essere meno stronza di come mi ha descritto, ma in fondo mi sono divertita ». E chissà se alla signora era dispiaciuto di più l’accenno che Paracchini fa alla sua idea di sessualità in controtendenza basata «sulla tipologia racchiesca »; o al racconto dell’aria quasi mistica che aleggia nell’attesa del mitico saluto dopo- sfilata che fuggevolmente dura 4 secondi.
Una coppia con il jolly, li definisce Paracchini, sfiorata da qualche pettegolezzo, «un gruppo straordinariamente forte e redditizio ma anche straordinariamente indebitato secondo le contraddizioni del rutilante mondo della moda ». Due borghesi ambiziosi ma anche parecchio dispettosi e ben decisi a stare a modo loro dentro il sistema. Consapevole, Miuccia, che «son solo vestitini», ma quasi a disagio per l’obbligo di coniugare questo mestiere frivolo con il suo passato di femminista e contestatrice: alla fine però, racconta lei stessa a Paracchini, quasi con sollievo liberata da questo senso di colpa e arresa all’idea che la moda è molto più seria di quanto si possa pensare. Ed ecco che dal bisogno quasi catartico di fare stile andando sempre oltre, la coppia ha prodotto il rapporto separato ma molto ben coltivato con l’arte, nella Fondazione diretta dal critico Germano Celant. E dalla voglia di riconciliarsi con le giovanili curiosità di entrambi verso l’innovazione ne è scaturita la serie contemporanea di negozi nel mondo basati su un’idea del lusso che porta Prada-Bertelli a coltivare l’estremo paradosso: «Il lusso è sprecare spazio, il lusso è non fare shopping» .
I disegni tratteggiati con la macchina da cucire di Rosy James.


H2O, il nuovo progetto di 5.5 designers



La goccia, immersa nel bicchiere di cognac, lo fredda, ma più delicatamente del vero ghiaccio, senza raggiungere quelle temperature che impediscono al palato di cogliere l’intero bouquet di aromi, ma soprattutto non annacqua il prezioso liquore.
H2O, il nuovo progetto di 5.5 designers
The Shell, la libreria cocoon di Maarten Baas

The Shell si distingue all’esterno per una superficie sfaccettata a specchio, mentre l’interno, in legno, è suddiviso in due scaffali. Un oggetto scultura, adatto senz’altro ad appartamenti di grande metratura. Dopo il salto, un’immagine del designer con la sua nuova opera.
http://www.designerblog.it/post/7853/the-shell-la-libreria-cocoon-di-maarten-baas
Graphic Roots of Revolution in mostra a Roma

Grafica e politica sono due mondi che vanno di pari passo. Soluzioni di forte impatto sono state portate dal graphic design per le strade, spesso ad accompagnare messaggi di protesta. È lì dove nasce la street art, dove confluiscono espressione e alienazione urbana, che nascono quelle grandi innovazioni che ad un secondo step verranno riprese dalla pubblicità e dalla comunicazione istituzionale.
Per celebrare la storia recente della political graphics, The House of Love & Dissent inaugura in questi giorni a Roma Graphic Roots of Revolution, una mostra che raccoglie le opere di street artisti e ativisti di tutto il mondo, tra cui firme celebri come Shepard Fairey, John Carr, Favianna Rodriguez, Winston Smith e Emory Douglas. L’appuntamento è fino al 20 gennaio in Via Leonina 85, Rione Monti.
Per celebrare la storia recente della political graphics, The House of Love & Dissent inaugura in questi giorni a Roma Graphic Roots of Revolution, una mostra che raccoglie le opere di street artisti e ativisti di tutto il mondo, tra cui firme celebri come Shepard Fairey, John Carr, Favianna Rodriguez, Winston Smith e Emory Douglas. L’appuntamento è fino al 20 gennaio in Via Leonina 85, Rione Monti.
MAKURA, IL RADIATORE-CUSCINO DI TAKAHIDE SANO

L’intento è curioso, ma ben equilibrato da una forma estremamente elegante. E dai colori, brillanti, di arancio, rosso e blu.
venerdì 11 dicembre 2009
DIAMO UN TAGLIO ALLA TENTAZIONE
Colombiano si castra per non tradire
Un contadino 40enne di San Pablo, nel Nord della Colombia, ha problemi sessuali con sua moglie. Ne è molto innamorato ed è anche molto credente. Così, ispirato anche dalle Sacre Scritture, decide di rinunciare a qualcosa di estremamente prezioso pur di restare fedele alla sua consorte.
Luis Alfonso Sanchez è un uomo di profonda fede e mai farebbe un torto alla sua compagna di sempre. Eppure la vita sessuale della coppia non era proprio idilliaca e, nonostante si sia spesso rifugiato nelle parole del Signore, non è riuscito ad emanciparsi del tutto dalla libido che, col passare del tempo, sempre più spesso si imposessava di lui. Così ha preso una decisione netta e radicale: si è castrato. Lo ha fatto in linea con la cultura contadina, per asportarsi i testicoli ha usato una lametta da barba e per la sutura è ricorso allo stesso ago e allo stesso filo che usa per cucire le ferite delle sue mucche e dei suoi maiali. Dopo il coraggioso gesto è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Universitario di Santader dove i medici hanno dovuto curare la grave infezione che gli si è formata nella zona genitale. Nel raccontare alla stampa questo episodio il signor Sanchez ha specificato di averlo fatto per non cedere alle tentazioni del corpo e di avere trovato la forza necessaria nel Vangelo di Matteo "anzi, se la tua mano o il tuo piede ti fa peccare taglialo e buttalo via. Meglio entrare in cielo mutilati o zoppi, piuttosto che finire all'inferno con due mani e due piedi". Questo passaggio lo ha convinto più di quello in cui Matteo cita l’episodio di Gesù che parla della possibilità di perdonare "settanta volte sette".
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468301.shtml?refresh_cens&fontsize=medium
Un contadino 40enne di San Pablo, nel Nord della Colombia, ha problemi sessuali con sua moglie. Ne è molto innamorato ed è anche molto credente. Così, ispirato anche dalle Sacre Scritture, decide di rinunciare a qualcosa di estremamente prezioso pur di restare fedele alla sua consorte.
Luis Alfonso Sanchez è un uomo di profonda fede e mai farebbe un torto alla sua compagna di sempre. Eppure la vita sessuale della coppia non era proprio idilliaca e, nonostante si sia spesso rifugiato nelle parole del Signore, non è riuscito ad emanciparsi del tutto dalla libido che, col passare del tempo, sempre più spesso si imposessava di lui. Così ha preso una decisione netta e radicale: si è castrato. Lo ha fatto in linea con la cultura contadina, per asportarsi i testicoli ha usato una lametta da barba e per la sutura è ricorso allo stesso ago e allo stesso filo che usa per cucire le ferite delle sue mucche e dei suoi maiali. Dopo il coraggioso gesto è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Universitario di Santader dove i medici hanno dovuto curare la grave infezione che gli si è formata nella zona genitale. Nel raccontare alla stampa questo episodio il signor Sanchez ha specificato di averlo fatto per non cedere alle tentazioni del corpo e di avere trovato la forza necessaria nel Vangelo di Matteo "anzi, se la tua mano o il tuo piede ti fa peccare taglialo e buttalo via. Meglio entrare in cielo mutilati o zoppi, piuttosto che finire all'inferno con due mani e due piedi". Questo passaggio lo ha convinto più di quello in cui Matteo cita l’episodio di Gesù che parla della possibilità di perdonare "settanta volte sette".
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468301.shtml?refresh_cens&fontsize=medium
FA NASCERE FIGLIA CON WIKIPEDIA
Segue istruzioni con il suo Blackberry
Instruzioni per l'uso: come far nascere un bambino. E' l'esperienza del britannico Leroy Smith che non sapeva come aiutare la moglie Emma che stava per partorire. Ha così deciso di ricorrere alla tecnologia: ha preso il suo Blackberry, ha aperto la pagina di Google e ha digitato "come far nascere un bambino". Seguendo le istruzioni di Wikipedia dal piccolo schermo del palmare, ha fatto venire al mondo la sua quarta figlia, in perfetta salute.
Cinque minuti dopo il parto, racconta il Sun, è arrivata l'ostetrica che non aveva fatto in tempo a raggiungere casa Smith, nell'est di Londra, dopo che le doglie di Emma erano iniziate con netto anticipo sulle previsioni. Ha semplicemente tagliato il cordone ombelicale. ''Quando sono arrivate le contrazioni forti non sapevo cosa fare'', racconta oggi Smith. ''Cosi' ho cercato le istruzioni su internet usando il mio Blackberry.
Non avrei mai pensato di doverlo fare. Le istruzioni dicevano, quando vedi la testa, sostienila. E quando il bambino usciva, avrei dovuto metterlo in braccio a Emma e coprire entrambi con una coperta...alla fine, il tutto è durato 40 minuti. E' stato incredibile''. Prima che nascesse Mahalia, il primo dicembre, la moglie punzecchiava Leroy perché stava sempre a giocare con il Blackberry. ''Ora ha cambiato musica'', spiega.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468272.shtml
Instruzioni per l'uso: come far nascere un bambino. E' l'esperienza del britannico Leroy Smith che non sapeva come aiutare la moglie Emma che stava per partorire. Ha così deciso di ricorrere alla tecnologia: ha preso il suo Blackberry, ha aperto la pagina di Google e ha digitato "come far nascere un bambino". Seguendo le istruzioni di Wikipedia dal piccolo schermo del palmare, ha fatto venire al mondo la sua quarta figlia, in perfetta salute.
Cinque minuti dopo il parto, racconta il Sun, è arrivata l'ostetrica che non aveva fatto in tempo a raggiungere casa Smith, nell'est di Londra, dopo che le doglie di Emma erano iniziate con netto anticipo sulle previsioni. Ha semplicemente tagliato il cordone ombelicale. ''Quando sono arrivate le contrazioni forti non sapevo cosa fare'', racconta oggi Smith. ''Cosi' ho cercato le istruzioni su internet usando il mio Blackberry.
Non avrei mai pensato di doverlo fare. Le istruzioni dicevano, quando vedi la testa, sostienila. E quando il bambino usciva, avrei dovuto metterlo in braccio a Emma e coprire entrambi con una coperta...alla fine, il tutto è durato 40 minuti. E' stato incredibile''. Prima che nascesse Mahalia, il primo dicembre, la moglie punzecchiava Leroy perché stava sempre a giocare con il Blackberry. ''Ora ha cambiato musica'', spiega.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo468272.shtml
mercoledì 9 dicembre 2009
LA MIA VERGOGNA DI ESSERE VENETO... A VOLTE NON HA CONFINI NE LIMITI
Clochard accusa i vigili: ''Mi hanno preso a calci''
Verona, gli agenti della municipale svegliano un senzatetto che dorme sotto il portico del Cortile del Tribunale. Secondo due ragazzi, che riprendono la scena con il videofonino, i loro metodi sono troppo bruschi
I NUOVI UFFICI DI FACEBOOK


In questo caso, poi, gli impiegati hanno collaborato con i designers durante l’intero processo di ideazione per realizzare il risultato più vicino alle loro esigenze. Una struttura centrale (che ospitava precedentemente la Agilent Technologies) è quindi stata affiancata da altri edifici più piccoli, ognuno per un area di lavoro, caratterizzato da un diverso stile

Anche in questa nuova sede, i dirigenti di Facebook hanno deciso di continuare a mettere a disposizione piccoli pasti, snack e bevande completamente gratis, nelle varie micro-cucine dislocate un po’ ovunque nell’edificio. Non solo. Per non limitare la creatività e la voglia di personalizzare lo spazio, i dipendenti sono assolutamente incoraggiati a scrivere sui muri, aggiungere dettagli all’arredamento e spostare i mobili come preferiscono. Di seguito, una gallery dei nuovi uffici.
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