giovedì 26 novembre 2009

Pesa 90 chili e ha il velo: ECCO MISS MONDO ARABO 2009

Muwadda Nour è l’opposto delle miss prototipo.
Il dibattito è cominciato. A scatenarlo, Delphine Edde, ascoltata direttrice d’un blog libanese.


GERUSALEMME – Le misure non sono state rese note. E nemmeno la prova bikini s’è resa necessaria. Poetico, uno dei giurati le ha letto un verso di Adonis mentre la vedeva piangere di gioia - «la cosa più bella di te sono le lacrime» -, giurando però che di cose belle ne ha notate anche altre: «È armonica, accattivante nel sorriso, colta». Che successone, per Muwadda Nour: quando è sfilata sulla passerella d’un grande albergo del Cairo, la giuria di «Miss Mondo Arabo 2009» s’è ritrovata unanime. E ha alzato la paletta del voto più alto: dovrà essere lei, la rappresentante saudita, la vera ambasciatrice del fascino arabo nel mondo.
Le prime tre classificate (dal web)L’hanno premiata secondo il copione di tutti i concorsi di bellezza del mondo: il gridolino di rito, le lacrime d’ordinanza, i fiori, la fascia, la finta corona di pietre finte sulla testa. A prescindere da quel piccolo particolare: Muwadda Nour pesa novanta chili, è velata ed è esattamente l’opposto delle miss prototipo. Pesantezza mezza bellezza? Il dibattito è cominciato. A scatenarlo, Delphine Edde, ascoltata direttrice d’un blog libanese che tratta temi più o meno frivoli e s’aspettava forse di vedere premiata una delle classiche, meravigliose ragazze del suo Paese: Jessy Zaher, la beirutina in gara al Cairo, è arrivata seconda con parecchi punti di distacco e altrettanti chili di differenza. Per non dire delle tredici altre finaliste, la siriana, la giordana, la tunisina, tutte costrette ad accontentarsi d’una foto in posa con la vincitrice. Delphine non l’ha presa alla leggera e, a due settimane dall’elezione di Miss Mondo Arabo, tiene ancora aperto il forum di discussione. Con una domanda che aleggia: «Hanno scelto l’immagine più tradizionale della bellezza araba. Ma qual è, oggi, quest’immagine?». Già: la burrosa Muwadda o la grinda tuttecurve, spesso adattata a cliché occidentali, delle attrici egiziane, delle cantanti libanesi, delle televisive qatariote? Il tema dell’estetica femminile è religioso e politico, in Medio oriente.
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(dal web)E ha mutato questa parte di mondo: impossibile vedere oggi, sulla Salaheddin di Gerusalemme, le minigonne di trent’anni fa. Ed è normale che le tv del Golfo, a leggere le notizie dei tg, alternino zigomi al botulino e annunciatrici velate. Per non dire dei reality arabi, dove non mancano le anoressiche semisvestite. O di «Jasad» (il corpo), la rivista libanese di sesso patinato che vende migliaia di copie. Anche Muwadda è oggetto di discussione, ora. E qui, fatta la tara delle scontate volgarità maschili, colpiscono soprattutto i commenti femminili. Non sempre solidali, qualche volta perfidi: «È davvero lontana dagli standard richiesti in un concorso di bellezza» (Mira); «vi sbagliate: l’hanno premiata perché, lì in mezzo, era l’unica a non aver avuto bisogno del bisturi» (Sarah); «la bellezza è un’altra cosa» (Sheereen); «è la vittoria d’una bellezza non copiata dalle solite riviste» (Nora); «è la donna che ogni madre vorrebbe far sposare a suo figlio, ma non quella che ogni figlio vorrebbe sposare» (Sandy)… C’è anche chi si chiede se e quanto abbia pesato, in tutti i sensi, la politica: da troppi anni vincevano le ragazze del Cairo o di Beirut, qualche volta erano state premiate le palestinesi, ma non c’era mai stata una saudita e questo poteva sembrare uno sgarbo. Ora che la magrezza non è più una virtù, Muwadda si gode serena la sua corona di miss. E i servizi sulle tv arabe, le interviste, il primo contratto con una casa di prodotti di bellezza. Tiene per sé i progetti per il futuro. Né cinema, né moda, per il momento. Le piacerebbe trovare marito presto, dice, e avere tanti bambini. Le hanno chiesto di posare per la copertina d’un settimanale. Nessun problema. Ma ha già imparato a non scendere a compromessi: il velo, non se lo leva.

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